Flashback

Il progetto da me proposto, “La macchina del Tempo”, è volto a favorire la “ ri-scoperta” dei dimenticati borghi antichi delle piccole realtà dell’area meridionale della Campania, al fine di suscitare, attraverso le arti, l’interesse degli individui verso tale problematica e, allo stesso tempo, promuovere le “ bellezze d’altri tempi” dei vari territori negligentemente abbandonate nell’oblio.

A tale proposito, a bordo della macchina del tempo, saremo condotti in un insolito e astratto viaggio nel passato, esperienza memorabile da inserire nel bagaglio culturale per il futuro, in un monumento del Golfo di Policastro, insenatura del Mar Tirreno che bagna la costa di Salerno, in Campania, di Potenza, in Basilicata, di Cosenza, in Calabria.
Un’attenzione particolare sarà riservata ad una struttura di età repubblicana situata nel paese maggiore del Golfo, per estensione e demografia: Sapri.
L’ ideale veicolo borbotta e sputa fumo, carica i viaggiatori e in pochi minuti ci trasporta in quella che oggi è denominata località S. Croce, lì dove è situato il complesso residenziale di “Villa Marittima”.
Siamo nel V sec d. C. Un abitante in tunica di lino, sorpreso alla nostra vista, ci accoglie tra il verde della collina e il cobalto del mare, manifestando cortesia e generosità.
Ci conduce verso una struttura a prima vista lussuosa, e ben difesa da strutture murarie in opus incertum, costruita nel I secolo a C, periodo in cui si diffusero largamente le ville marittime, data l’eliminazione del fenomeno della pirateria ad opera di Pompeo, probabilmente appartenuta alla famiglia dei Sempronii, di cui un membro, il triumviro L. Sempronio Longo – come riferisce Tito Livio – fu uno dei magistrati impegnati nella fondazione della vicina colonia di Buxentum, coincidente con l’ attuale Policastro Bussentino, appunto nel Golfo (il collegamento è dovuto al ritrovamento di un cippo funerario, in località ospedale, dedicato a Sempronio Prisco titolato come AED. DUOVIR, ndr).
Ci indica la presenza, nell’ampio e curato cortile, di un impianto termale e di un sistema di canalizzazione delle acque piovane. Attraversando un colonnato, visitiamo l’ esterno e notiamo che la villa affaccia direttamente sulla costa.
Sono le “ Camerelle” ad essere rivolte al mare, cinque ambienti archivoltati adibiti a magazzini.
Il corpo centrale è circondato da strutture “extra moenia” come vasche per la raccolta delle acque, banchina portuale e area del teatro . Varchiamo la soglia e la nostra attenzione non può non essere catturata dai pavimenti decorati con tessere di mosaico di grande effetto scenografico.
L’ abitante del luogo ci lascia entrare, chiude le porte alle sue spalle. L’ ambiente interno è avvolto nel buio, anche se il sole splende all’esterno e sul mare non soffia alcun vento contrario. Avanziamo nell’atrio e poi …
E poi, lettori, non ci è concesso veder altro.

Dal mare calmo si avverte uno sbattere di remi che sferza l’acqua e delle grida che suggeriscono l’avvento del nemico.
Siamo spinti all’esterno ed esortati a fuggire.
Sono giunti i Vandali guidati da Genserico, re, generale nonché una delle figure chiave in questo ultimo e tumultuoso periodo di vita dell’impero romano d’ Occidente.
Noi ci affrettiamo ad entrare nella nostra macchina del tempo e, mentre da opachi finestrini vediamo i nemici approdare sulla costa e scendere dalle navi, con poche mosse salutiamo il passato.
In breve tempo ci ritroviamo altrove e non siamo più circondati da natura incontaminata, pirati o mosaici, non siamo più circondati dagli oggetti di un’età lontana da quella in cui viviamo.
La macchina del tempo ha svolto il suo onere: ci ha regalato un viaggio nella storia.

Alice Pugliese

Articolo elaborato nell’ambito del progetto di Alternanza Scuola Lavoro a.s. 2016-2017 tra Liceo Classico Parmenide di Vallo della Lucania (SA) e l’associazione AUSS di Sapri (SA)

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