Ricerca e memoria Sapri e Golfo di Policastro

Le bellezze naturali, il paesaggio, i beni culturali presenti sul territorio del Golfo di Policastro, le dinamiche e le ibridazioni non sono sufficienti ad esaudire la brama dell’istanza storica del professore Felice Cesarino.

L’autore della Scimmia Ambiziosa propone sempre con un autentico “spirito di servizio” culturale congiunto e corroborato dall’affetto per il proprio territorio un risveglio d’interesse per il Patrimonio archeologico e  storico di Sapri e l’intero comprensorio.

Con moderata sollecitazione propone indagini e ricerca sui primi abitatori, spazia e compara le varie tesi su Sapri antica, analizza e confronta antiche testimonianze alla luce di scoperte sempre più recenti.

Questa sua attività culturale limitata dal 1966 al 2016, raccolta e realizzata dall’Associazione AUSS a cura di Amalia Bevilacqua, edita nell’anno 2016, presenta una eterogeneità di indicazioni culturali tra scienza, arte, storia e preistoria, inseriti in un contenitore semplice, ma è paradigmatico l’impegno culturale del professore Cesarino, che con la sua eloquenza rappresentativa espressa in modo diversificato, indaga un territorio nell’insieme della sua stratificazione storica di eventi naturali ed umani, ossia un’area dotata di un suo spazio caratteristico e distintivo.

Leggendo la “Ricerca… ” si avverte la sensazione che il contenuto della raccolta scorra su due livelli tra essi imprescindibili: l’uno concernente il lato reale, oggetto di ricerca nel nostro il territorio, e l’altro, il dato ideale, il soggettivo corale, che trova la sua massima espressione nel senso comune di appartenenza.

L’uno consapevole nei suoi tratti storici ed archeologici, l’altro s’insinua vivificando nei luoghi con uno spirito atavico e lo rinnova in una rivisitazione del paesaggio di un territorio affascinante e ricco di storia.

Si parte da un dato reale, ovvero dallo studio del territorio, con le sue testimonianze reali, che vengono comparate direttamente con le documentazioni storiche bibliografiche, non sempre concordi su alcuni eventi e luoghi del golfo di Policastro; ricordi, ricerche, testimonianze anche delle precipue attività del “Gruppo archeologico di Sapri”, costituiscono un repertorio scientifico aggiornato e documentato, un progetto atto ad evidenziare le strette connessioni esistenti tra i reperti archeologici e le comunità che hanno occupato il nostro territorio.

I risultati delle analisi acquisite attraverso la ricerca archivistica e ben documentati dall’autore, sono raccontati attraverso raffigurazioni del reale, inoltre le stesse testimonianze dei visitatori di un tempo, quali l’Antonini, Magaldi, Ramage, John Struttt, Karl Witte, Pier Paolo Pasolini, se da una parte, testimoniano l’interesse nel passato di personaggi illustri, dall’altra ci forniscono inquadrature diverse dal comune.

Questa raccolta rappresenta la tenacia con la quale il professore propone la curiosità storica, l’indagine sia degli indigeni che delle università italiane, il materiale archeologico è a disposizione degli studiosi, non si resta abbarbicati a delle tesi statiche, ma piuttosto ci si avvia verso indagini sempre più sistematiche ed olistiche.

I diversi punti di vista e la diversificata cronologia degli eventi offrono la opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza di quanto abbiamo ricevuto dal passato, un passato che definisce la nostra identità culturale ed antropologica.

Il periodare è semplice, ma preciso, a volte è venato di una sottile ironia, che anima e

confronta la mens dell’autore con un mondo “in tutt’altre faccende affaccendato”, sono solo attimi, la prosa riprende ed il tema si arricchisce di contenuti inediti, ci stimola alla comprensione dei valori insiti nel nostro territorio, dei beni conservati e della utilità ambientale, sociale quale ricchezza che va assunta come valore di servizio civile offerto agli utenti, alle popolazioni, residenti ed ai responsabili delle scelte amministrative.

Le sue spigolature ci stimolano ad osservare il territorio in una configurazione nuova, più complessa ed articolata; esaminare il comprensorio significa acquisire una nuova dimensione percettiva e formale dell’ambiente antropizzato nella sua identità estetica, storica e culturale, ne consegue un quadro articolato, rigoroso ed aggiornato che non è finalizzato solo all’indagine pura, ma diviene linea portante per ogni progetto di valorizzazione.

Cesarino, quale storico dell’arte si sente obbligato a stimolare alla salvaguardia delle testimonianze materiali ed immateriali in una visione europea.

La cultura va connessa al territorio con un legame indissolubile, ed è proprio attraverso essa che l’uomo percepisce i vari momenti statici e dinamici sia del movimento antropico che i mutamenti ambientali.

Il promotore del “Gruppo archeologico …”osservando il territorio ed il suo patrimonio culturale ci invita a non aspettare l’intervento del demiurgo lontano ed invisibile, che tutto può sanare e sistemare.

I demiurghi siamo noi, con le nostre identità storiche, la forza e la energia dei nostri padri, con la coscienza del proprio ruolo in questa terra ricca di storia e di leggenda.

Prof. Vincenzo Abramo

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