Capodanno: origini e curiosità sul primo giorno dell’anno

Giano bifronte, che da il nome al mese di Gennaio

      Il Capodanno viene festeggiato il primo giorno del mese dedicato a Giano bifronte, divinità del cambiamento e della dualità, da cui il nome Gennaio. Ma è sempre stato così? Ed è così ovunque?

Un console urgente

Nel dicembre del 153 a.C. Quinto Fulvio Nobiliore fu eletto console della Repubblica romana. Un fatto insignificante se non fosse che il suo compito era quello di sedare una grave rivolta in Spagna.  Poichè era prassi comune che ogni console prendesse parte al proprio incarico nel mese di marzo (quando c’erano le Idi), avrebbe dovuto attendere tre mesi prima di agire. Per evitare che la situazione in Spagna precipitasse, il senato concesse di entrare in carica immediatamente. Era il primo del mese di Gennaio e, da allora, i consoli neoeletti trovarono molto più conveniente entrare in carica immediatamente, invece di attendere il mese di marzo. Fu quindi deciso che l’anno iniziasse il primo gennaio, invece che il primo di marzo, com’era precedentemente.
Da allora il primo Gennaio è sempre stato il primo giorno dell’anno, sia nel calendario giuliano, promulgato da Giulio Cesare, sia in quello gregoriano, promulgato da Papa Gregorio XIII.

Dalla Cina col leone
Il Nian durante la danza del leone per la festa di Primavera

Ma non tutti i paesi hanno seguito questa data: il Capodanno cinese, detto anche capodanno lunare o festa di primavera, si festeggia in diversi paesi dell’estremo oriente (tra cui Cina, Giappone limitatamente a Okinawa, Corea, Mongolia, Nepal, Bhutan) in corrispondenza del novilunio che cade tra il 21 gennaio e il 20 febbraio del calendario gregoriano. Essendo quello tradizionale cinese un calendario lunisolare, i mesi iniziano in concomitanza con ogni novilunio; di conseguenza la data d’inizio del primo mese, e dunque del capodanno, può variare di circa 29 giorni, venendo a coincidere con la seconda luna nuova dopo il solstizio d’inverno.
L’origine mitologica della festa di primavera viene fatta risalire ad un’antica leggenda, secondo la quale nei tempi antichi vivesse in Cina un mostro chiamato Nian. Sempre secondo la leggenda, il Nian sarebbe stato solito uscire dalla sua tana una volta ogni 12 mesi per mangiare esseri umani; l’unico modo per sfuggire a questo tributo di sangue era spaventare il Nian, sensibile ai rumori forti e terrorizzato dal colore rosso. Per questo motivo, sempre secondo la leggenda, ogni 12 mesi si è soliti festeggiare l’anno nuovo con canti, strepitii, fuochi d’artificio e con l’uso massiccio del colore rosso. Un’eco di questa leggenda potrebbe essere rimasto nella rituale danza del leone, una tradizione praticata durante le feste nella quale si sfila per le strade inseguendo una maschera da leone, che rappresenterebbe il Nian.

Un capodanno commemorativo
La splendida città di Medina

I musulmani festeggiano il Capodanno islamico il primo giorno del mese di Muharram, il primo mese dell’anno del calendario islamico, e può corrispondere a qualsiasi periodo dell’anno gregoriano. Questo perchè l’anno lunare impiegato nel calendario islamico è circa 11 giorni più breve dell’anno solare del calendario gregoriano, cosicché una data islamica si “sposta” indietro, rispetto al calendario gregoriano, di circa un mese ogni tre anni. Per esempio, nel corso dell’anno gregoriano 2008 sono caduti due diversi Capodanni islamici: quello dell’anno 1429 dell’Egira (corrispondente al 10 gennaio 2008) e quello dell’anno 1430 dell’Egira (corrispondente al 28 dicembre 2008).
Il capodanno islamico è la ricorrenza in cui si commemora il giorno in cui, nella città di Medina, Maometto istituì il calendario islamico assieme alla nascita del Primo Stato Islamico. Poiché il capodanno islamico non è una vera e propria festività religiosa, ma una commemorazione, non sono previsti festeggiamenti particolari. Anzi, secondo alcune interpretazioni, festeggiarlo organizzando feste e scambiandosi regali è considerato non ortodosso, se non addirittura vietato.

L’anello ritrovato

Il capodanno persiano, detto NowRuz, è festeggiato in Iran, Azerbaigian, Afghanistan, Albania, Bosnia, Georgia, in vari paesi dell’Asia centrale come il Turkmenistan, il Tagikistan, l’Uzbekistan, il Kirghizistan e il Kazakistan e presso le comunità iraniane in Iraq, Pakistan, Turchia, ed in molti altri paesi. Ricorre il 21 marzo, sebbene in alcune località lo si festeggi il 20 o il 22, venendo di fatto a coincidere con l’equinozio di primavera. Il calendario persiano trae origini dal Zoroastrismo, una religione antica della Persia. Secondo una leggenda, il re Salomone, figlio di David, aveva perduto il suo anello, e con esso aveva perduto anche il regno. Ma il giorno di NowRuz egli ritrovò l’anello, e tutti gli uccelli gli si raccolsero attorno. Allora Salomone ordinò al vento di trasportarlo verso una nuova destinazione.

L’upupa, presente nella leggenda del capodanno persiano

Ma l’upupa lo fermò, per raccontargli di avere fatto il nido su un albero lungo la strada e di avervi deposto un uovo: “Ti prego, o re aggiunse non di struggere il mio nido”. E il re, per non distruggere quel nido, cambiò strada. Per ringraziarlo, l’upupa gli spruzzò un po’ d’acqua con il becco e gli donò una cavalletta e forse si può spiegare anche cosi l’abitudine di spruzzare ritualmente qualche goccia d’acqua e soprattutto distribuire piccoli doni nel giorno di NowRuz.

La rinascita del sole

A Cusco, la porta d’ingresso alla mistica Machu Picchu, si trova il complesso architettonico di Sacsayhuaman, che figura tra le meraviglie del mondo.

Il complesso architettonico di Sacsayhuaman

Proprio in questo luogo si celebra ogni anno la Festa del Sole, l’Inti Raymi, la festività più importante per gli Inca. Si teneva nella piazza di Huacaypata nel giorno del solstizio d’inverno (il 21 giugno per l’emisfero meridionale) e segnava l’inizio del nuovo anno solare, il capodanno andino. All’epoca degli Inca, questo aveva un’importanza fondamentale, essendo l’inizio del nuovo anno associato alla nascita dell’etnia inca.

Il compleanno della Terra
La creazione e la cacciata dal paradiso di Giovanni di Paolo di Grazia

Nella religione ebraica, secondo l’esegesi ebraica del Talmud, di capodanni religiosi ne esistono addirittura quattro: il Pesach, libertà per il popolo ebraico; lo Shavuot o Festa delle primizie, è anche il momento del dono della Torah e dei dieci comandamenti; il Tu b’Shvat, conosciuto anche come Capodanno degli alberi;la Rosh haShanah, definito anche Capodanno dei re. Quest’ultimo è il capodanno religioso più importante e letteralmente significa “capo dell’anno”. Nel calendario gregoriano non può cadere prima del 5 settembre e non può cadere più tardi del 5 ottobre. La ricorrenza non è legata a fatti storici relativi al popolo d’Israele, ma ricorda la creazione del mondo, 5780 anni fa, collegandosi al giorno in cui furono creati il primo uomo e la prima donna.

Fra luci e montagne
Le candele accese durante il Festival della Luce indiano

Alle falde dell’Hymalaia si festeggia il capodanno tibetano tra gennaio e marzo, ed è chiamato Losar. Viene celebrato per 15 giorni di fila. Si dice che la festa sia nata quando una vecchia donna di nome Belma introdusse il conteggio del tempo basato sulle fasi della luna.
Invece il capodanno Indù si festeggia due giorni prima del Diwali, il festival della Luce, cioè a metà novembre. Tale festa simboleggia la vittoria del bene sul male e durante la festa si usa infatti accendere delle luci, come piccole candele o lanterne.

Il tempo non esiste
Scena tratta dal film 32 dicembre di L. De Crescenzo

Dopo aver letto quest’articolo vi è sorto qualche dubbio? Bene: non siete i soli! Anche il povero Alfonso, magistralmente interpretato da Enzo Cannavale, durante il dialogo col grande Luciano De Crescenzo, nel celebre film 32 Dicembre ispirato al suo libro Oi dialogoi  , alla vigilia del capodanno riceve questa risposta:

” E a te chi te l’ha detto che oggi è il 31 dicembre? Ti debbo dare una brutta notizia: non solo non esiste il 31 dicembre ma non esiste nessuna giornata del calendario per cui tu possa dire “oggi è il 31 dicembre”. Sarebbe più corretto dire che è sempre il 32 dicembre! Che ora è, Alfonso?

– Ora sono le sette.

– A Napoli, sono le sette. In questo momento a Calcutta è mezzanotte. Se tu ti trovassi a Calcutta, festeggeresti la mezzanotte di Calcutta o aspetteresti quella di Napoli?

– Aspetterei la mezzanotte di Napoli.

– Perché tu sei convinto che la mezzanotte di Napoli sia “più mezzanotte” di quella di Calcutta! Il problema è che il tempo non esiste. È tutta una convinzione: tu festeggi il 31 dicembre perché sei nato cristiano; fossi nato musulmano, festeggeresti il 28 febbraio; fossi nato copto, festeggeresti il 18 agosto; se fossi nato maronita festeggeresti il 30 settembre. Non esiste un giorno che segni la fine dell’anno!”

Ma non temete: per festeggiare è sempre il momento giusto! Quindi, qualunque sia la data di oggi, io vi auguro un felice e sereno anno nuovo!

Francesco Attanasio

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